giovedì 25 ottobre 2007

Forti con i deboli


Riprendo questo triste e vergognoso fatto di "ordinaria follia italiota"...


cronaca di Perugia (dal giornale dell'Umbria del 19 e 20.10.07) Venerdì 12.10.07 Aldo Bianzino, falegname 54enne di Pietralunga (PG), veniva arrestato insieme alla sua compagna perché in possesso di piante di marjuana per uso personale. Notte tra sabato 13 e domenica 14 Aldo Bianzino viene trovato morto in una cella del carcere di Capanne (PG), semza ematomi evidenti all'esterno. Venerdì 19 e sabato 20.10.07 L'autopsia rivela "lesioni compatibili con l'omicidio": traumi cerebrali, epatici e due costole rotte. Aldo Bianzino in carcere non è stato in contatto con altri detenuti...e il tipo di lesioni in questione può portare alla morte anche a distanza di molte ore. La vittima potrebbe quindi essere stata picchiata prima, durante o dopo l'arresto...con modalità che permettono di uccidere anche, senza lasciare traccia visibile all'esterno, come i colpi inferti con asciugamani bagnati. Metodi fascisti di uno Stato di polizia, che le forze dell'"ordine" conoscono molto bene. Aldo è stato torturato e ucciso da chi lo aveva in custodia, dai tutori della "sicurezza" e da chi questa sicurezza invoca e paga. Aldo è stato barbaramente assassinato dallo Stato. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo buono, mite. Vecchio compagno di Lotta Continua, attualmente vicino ad una comunità di Hare Krishna, viveva tranquillamente la sua vita senza dar fastidio a nessuno. LO HANNO PUNITO PER QUESTO? Meglio dar fastidio allora! È ciò che tenta di fare questo comunicato Che Aldo Bianzino non sia morto invano! Che la sua morte violenta sia un esempio e un ammonimento per tutti, per quanti invocano più sicurezza e per le potenziali vittime di essa. Questa "sicurezza" fascista e xenofoba sfila oggi per le strade di Perugia e non solo, sotto le bandiere tricolori, contro gli immigrati, le prostitute, gli emarginati. Dice di voler sconfiggere lo spaccio di droga, ma fa affari con esso e con esso alimenta il bisogno indotto di sicurezza. Di questa sicurezza con la celtica e la svastica i proletari non hanno bisogno. La sicurezza che vogliamo è sicurezza sul lavoro, affinché non ci siano più omicidi bianchi per il profitto; La sicurezza che vogliamo è sicurezza di un lavoro e non una vita di precarietà; La sicurezza che vogliamo è che l'ambiente in cui viviamo non sia avvelenato dall'insicurezza delle fabbriche del capitale e depredato dal saccheggio padronale dei beni comuni; La sicurezza che vogliamo è che le stragi fasciste e di Stato non restino impunite e che gli autori materiali e morali di questi crimini non siano liberi di cavalcare queste crociate per la sicurezza di giorno e scorrazzare di notte con le spranghe e le torce a dar la caccia ai poveri, agli immigrati, ai gay, ai compagni; La sicurezza che vogliamo è, quantomeno, il rispetto dei diritti costituzionali, la libertà di esprimersi e lottare senza essere criminalizzati e/o pestati da fascisti in doppio petto o in divisa e da sceriffi di ogni risma. Verità e giustizia per Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Marcello Lonzi e tutti i proletari uccisi dallo Stato per le strade o in galera! NO ALLO STATO DI POLIZIA E DI MODERNO FASCISMO Aderiamo sin d'ora alle manifestazioni e ai presidi annunciati dagli amici di Aldo Bianzino Rete Antifascista Perugina rete streetola il controllo di perugia

Così commento...

Questa triste notizia che ovviamente non è stata amplificata dagli odiosi media di regime,dà il polso della situazione. Si legge sempre più spesso sui giornalacci locali,a firma di giornalisti paesani ignoranti e capziosi,di arresti,perquisizioni con video foto e fanfara al seguito che documentano quanto sono bravi i nostri militi-giardinieri a scovare e estirpare la mala pianta e ad arrestare il coltivatore come fosse un delinquente pericoloso. Tutto ciò non è solo frutto dell'ignoranza,credo,ma risponde bene alla esigenza di buttare mostri in pasto alla peggiore opinione pubblica...con poco rischio e fatica. Ma le forze dell'ordine non si sentono un pò sminuite nell'orgoglio militare a dover dare la caccia a un vegetale? Perchè alla fine di questo si tratta: Uomini armati che trascurano di dare la caccia ai veri delinquenti per dedicarsi alla cattura dei miti coltivatori,scelta comoda e redditizia anche per fini di carriera.. Responsabile di questa situazione è, ancor più del precedente ,l'attuale governo in carica pur asceso al potere anche con i voti degli antiproibizionisti (tra cui il sottoscritto) che aveva abilmente illuso riguardo ad un cambiamento positivo sul tema droghe e che a distanza di oltre un anno ancora non ha mosso un dito e a questo punto, anche perchè prossimo alla caduta,dubito che mai lo farà. Caro Compagno Aldo,ragazzo 50enne come me,se sei morto per mano dei violenti esecutori di una giustizia sbagliata la tua assurda morte pesi come un macigno sulla coscienza dei tuoi aguzzini che agiscono istigati dagli ipocriti ignoranti perversi corrotti e collusi legislatori che ammorbano a morte la vita sociale nel nostro sfortunato Paese.





Ecco gli sviluppi...un articolo aggiornato tratto dalla rete
Emanuele Giordana
Giovedi' 25 Ottobre 2007
Aldo Bianzino, trovato morto dieci giorni fa nella cella di un carcere di Perugia, è stato ucciso. Ed è stato ucciso senza lasciar tracce esterne. L'ipotesi a cui sta dunque lavorando la procura di Perugia è quella dell'omicidio, mentre sta vagliando la possibilità che le lesioni interne riscontrate dagli esami autoptici possano essere dovute all'atto volontario di persone al momento non identificate. Ignoti, che colpirono in modo da non lasciare segni esterni. In due parole: omicidio volontario.Particolari sempre più inquietanti emergono nel caso del quarataquattrenne piemontese che da anni viveva pacificamente nel suo casale della campagne umbra con la famiglia e che venerdi 12 ottobre fu arrestato con la compagna per possesso di piante di canapa. E dopo oltre dieci giorni dalla sua morte, rimasta confinata in prima lettura nella casistica delle “morti naturali” e approdata soltanto nelle cronache delle edizioni locali, la vicenda sta diventando un caso nazionale già oggetto di due interrogazioni parlamentari, dell'interessamento diretto del sottosegretario alla giustizia Manconi e dell'osservatorio che fa capo a Haidi Giuliani.Tra gli amici di Aldo, che fin dal primo momento avevano avanzato più di un sospetto sulla morte di un ragazzo che non aveva niente a che fare con giri di mala e spaccio e che tutt'al più si fumava qualche spinello, la sensazione che finalmente la procura abbia imboccato la via giusta è rafforzata dalle assicurazioni che il sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini, che si occupa dal caso, ha dato personalmente alla famiglia: “sarebbe mostruoso pensare che io possa coprire qualcuno” ha detto alla compagna di Aldo, Roberta Radici, e al figlio Rudra, accompagnati ieri dall'avvocato Massimo Zaganelli in procura. “La giustizia farà il suo corso”. A questo punto non potrebbe fare altrimenti dopo che i risultati di una prolungata autopsia, che ancora non si è conclusa, avrebbero evidenziato lesioni profonde nella regione cerebrale che però non corrispondono a nessun segno sul corpo di Aldo. A sorpresa ieri mattina, Zaganelli ha fatto assistere alle prove autoptiche anche una consulente legale di parte, la dottoressa Laura Paglicci Reattelli, una donna di lunga esperienza (che si occupò del riconoscimento del corpo dell'estremista di destra Nardi). E il responso, non ancora definitivo, conduce a due ipotesi scartandone ampiamente una. Quella scartata riguarda la possibilità che le lesioni interne siano dovute e una caduta accidentale (dal lettino della cella ad esempio): ci sarebbe infatti un ematoma che però non c'è. Le due ipotesi possibili, entrambe riconducibili a un atto violento contro il corpo di Aldo, potrebbero invece ricondurre o a un violento sbattacchiamento del collo che ha prodotto emoraggie interne o a lesioni alla materia cerebrale causate con un'arma impropria, utilizzata in modo da non far percepire i colpi (spranghe ricoperte da stracci bagnati ad esempio). Una sorta di “codice rosso” utilizzato per punire Aldo cercando poi di avvalorare la tesi del decesso per cause cardiache, come infatti era emerso in un primo tempo. Ipotesi inquietanti e che rimandano a responsabilità, individuali o collettive, che la magistratura dovrà chiarire. Come che sia, l'ombra che grava sulla prigione perugina di Capanne, anche solo per omessa sorveglianza, si allunga a vista d'occhio. Resa più oscura da almeno due elementi. Il primo è che, come ancora ieri ha confermato la magistratura umbra, Aldo in cella era solo, come richiede il regolamento. Il secondo è che Aldo fu visto in buona salute, non solo dall'avvocato d'ufficio che lo incontrò nel primo pomeriggio di sabato, il giorno prima del decesso, ma anche da altri funzionari dei servizi sociali carcerari, come ieri si è saputo. Il dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria per ora mantiene il silenzio assoluto sulla vicenda ma una risposta è attesa dal ministero della giustizia dopo le due interrogazioni depositate in Senato: quella del senatore Mauro Bulgarelli e quella presentata dai parlamentari Giovanni Russo Spena, Haidi Giuliani ed Erminia Emprin Gilardini nella quale, oltre a ben quattro commozioni cerebrali, si citano lesioni al fegato e due costole rotte. I senatori chiedono a Mastella quali “procedure urgenti” il ministro intenda avviare per “fare completa chiarezza sulla vicenda”. Una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire e che richiederà tempo. Ciò significa inoltre che il corpo di Aldo non potrà essere restituito agli amici e soprattutto a Roberta e ai tre figli, dei quali Rudra è il minore. Un ragazzo solo quattordicenne dai “tratti nobili e belli e di una grande compostezza e serenità”, come lo ha definito ieri l'avvocato di famiglia dopo l'incontro in procura col magistrato. Anche su il manifesto

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per aver postato la brutta notizia e il commento. Aldo era davvero una brava persona, dolce e assolutamente pacifica, amatissimo dai suoi tanti amici. Quello che è accaduto è una vergogna, un crimine che deve avere giustizia. E' ora di finirla con certi comportamenti odiosi, sempre nella logica del 'forti con i deboli e deboli con i forti'.
Continuiamo ad occuparci del caso, per Aldo, la sua compagna e i suoi tre figli.
Andrea & Betty

clausneghe ha detto...

Dovere,dovere morale...

Questo fatto mi ha profondamente turbato.

Spero giustizia sia fatta, anche se ci credo poco o punto.

Saluto Andrea e Betty e se conoscevano personalmente il povero Aldo,falegname come Cristo,
li prego di portare il mio cordoglio alla famiglia.

 
http://www.net-parade.it/images/blogspotcom2.png